BUILDING A THINKING MATHEMATICAL CLASSROOM, LEZIONI DI DIDATTICA INNOVATIVA AL LICEO DIAZ

“Building a Thinking Mathematical Classroom” dal Canada approda al Diaz nella classe 2B della prof Paola Amato docente di matematica e sostenitrice nonchè formatrice sulla didattica innovativa e sperimentale.

Così questa particolare metodologia di lavoro sul problem solving, nota con il nome di “Thinking Mathematical Classroom” e messa a punto da Peter Liljedahl professore di matematica presso la Simon Fraser University in Canada, è stata sperimentata al Liceo Diaz con grande successo.

Alle lezioni ha assistito il Preside Luigi Suppa che ha dichiarato: “Sono sostenitore convinto della didattica sperimentale e dell’innovazione che si attua attraverso strategie laboratoriali che riescono a motivare i ragazzi allo studio.

Certamente tutto ciò prevede un maggior impegno per i docenti e anche per gli studenti, ma le strategie motivazionali sono necessarie in una società che dà sempre meno importanza allo studio.

E, a tal proposito, non ho nessuna esitazione ad affermare – ha concluso il Dirigente Suppa – che al Diaz lo studio e la conoscenza costituiscono una priorità e che, poste in atto tutte le strategie didattiche, la qualità, la serietà e il rispetto delle regole rappresentano una garanzia per il successo formativo dei nostri ragazzi. Il percorso liceale prepara adeguatamente agli studi successivi ed è assolutamente fondamentale che sia affrontato con consapevole impegno”.

La strategia di Peter Liljedahl nasce dalla sua esperienza di insegnante di matematica del liceo e a seguito di un’osservazione in una classe in cui venivano proposti con insuccesso problemi che prevedevano intuizione e non una semplice applicazione delle conoscenze, giunse alla conclusione che ciò che mancava in questa classe era che gli studenti pensassero, mancava cioè il sorgere di “Aha moment”, una sorta di “Eureka!” ovvero momenti di pura illuminazione matematica che creano emozioni positive a sostegno del processo di apprendimento.

Gli studenti si bloccavano rinunciando e quando l’insegnante passava tra i banchi incoraggiando e aiutando gli studenti senza fornire suggerimenti ma, senza guida, si bloccavano.

“La metodologia ideata da Liljedahl e che ha portato a dei risultati positivi – ha dichiarato la prof Paola Amato – prevede un’organizzazione dello spazio classe e dell’interazione tra individui per supportare il più possibile il coinvolgimento nell’attività matematica e il sorgere di momenti di pura illuminazione matematica che creano emozioni positive a sostegno del processo di apprendimento.”

La “classe pensante” della docente Amato è così organizzata: è dotata di 6 lavagne distribuite sulle pareti della classe in modo da rendere il lavoro visibile all’insegnante, gli alunni vengono suddivisi in gruppi casuali da due a quattro e assegnati a una delle sei lavagne su cui lavorare per risolvere un determinato compito di problem solving.

Gli studenti possono interagire frequentemente con altri gruppi, allo scopo di ottenere aiuto. Per quanto possibile l’insegnante dovrebbe incoraggiare questa interazione indirizzando gli studenti verso altri gruppi quando si bloccano nella risoluzione. Lavorare in gruppo favorisce lo scambio di idee e una discussione sulla strategia risolutiva ma anche lo sbirciare sulle lavagne degli altri gruppi diventa positivo e inteso come occasione di confronto.

Gli alunni imparano insieme e costruiscono conoscenza e comprensione attraverso l’attività e la discussione che prevede di utilizzare suggerimenti che inducono alla procedura come risposta a domande al docente e non indicazione della procedura.

Ad ogni gruppo viene fornito un sol gesso o penna per ogni lavagna per aumentare la probabilità che lavorino in gruppo e al termine della risoluzione, un componente casuale di ciascun gruppo, relaziona la procedura risolutiva.

Anche per altre discipline si potrebbe utilizzare la strategia della “classe pensante” e del confronto tra gruppi seguendo ad esempio, per il Latino, il metodo della traduzione contrastiva di Umberto Eco, o per l’analisi del testo in Italiano facendo tesoro di questo brainstorming strutturato per gruppi e reso produttivo dalle lavagne in cui i ragazzi registrano idee, operazioni e risultati.

“FUTURAGENOVA”- WOMEST LABORATORIO NAZIONALE ITINERANTE SULLE STEM

Progetto presentato dal team di studentesse vincitrici del laboratorio locale, di cui due del Liceo Scientifico Diaz di Caserta Mastrominico Ester 4G e Munno Antonia 3B, alla finale nazionale sull’innovazione nelle città del futuro tenutasi durante la manifestazione del MIUR “FUTURAGENOVA”

Alle ragazze è stato chiesto di utilizzare le materie STEM per immaginare il futuro dei propri territori nel 2050.

ATTIVITÀ LABORATORIALE PER L’INTRODUZIONE ALLA PROBABILITA’

Attività laboratoriale di gruppo svolta dalla classe 2B con la docente di Matematica Prof.ssa Paola Amato per far acquisire, attraverso il gioco, il concetto di evento e spazi di eventi, per rappresentarli mediante metodi differenti e per calcolare semplici valori di probabilità mediante la frequenza e mediante il calcolo classico di probabilità considerando anche la probabilità condizionata. Utilizzando l’approccio ludico, si è favorita non solo la comunicazione, l’inclusione e l’aggregazione, ma anche la possibilità di rivalutare l’opinione che gli alunni hanno della matematica.

L’attività si è svolta in 4 fasi:

FASE 1: Formazione dei gruppi e predisposizione degli strumenti del gioco LU-LU HAWAIIAN praticato dai ragazzi hawaiani. Il gioco consiste nel lancio di 4 dischi che riportano su una faccia 1 punteggi da 1 a 4 e sull’altra si è lasciato spazio alla creatività degli studenti. Regole del gioco: Si effettua un solo lancio a turno agitando le pietre nelle due mani, si contano solo i punti delle pietre che cadono a faccia in su, il primo giocatore che arriva a 50 punti vince. Gli alunni hanno appuntato i punteggi di ciascuna giocata. Il docente dopo aver fatto giocare i ragazzi, propone alcune osservazioni sui dati ottenuti e invita gli studenti a rappresentare lo spazio degli eventi e a calcolare frequenze e probabilità

FASE 2: Laboratorio tecnologico in modalità BYOD: il docente fa eseguire una simulazione di gioco con 100 lanci con il software GeoGebra e poi una simulazione con 1000 lanci con il foglio di calcolo poi invita gli studenti ad argomentare sulle conclusioni a cui sono pervenuti.

FASE 3: Si invitano gli studenti a giocare con altre regole: si effettuano a turno due lanci agitando le pietre nelle due mani, se al primo lancio tutte e 4 le pietre cadono a faccia in su il giocatore vince 10 punti ed ha diritto ad un nuovo lancio in caso contrario si contano solo i punti delle pietre che cadono a faccia in su e si rilanciano quelle cadute a faccia in giù e si somma il punteggio a quello del primo lancio, il primo giocatore che arriva a 100 punti vince. Gli alunni hanno appuntato i punteggi di ciascuna giocata. Il docente dopo aver fatto giocare i ragazzi propone alcune osservazioni sui dati ottenuti e invita gli studenti a rappresentare lo spazio degli eventi e a calcolare frequenze e probabilità.

FASE 4: Laboratorio tecnologico in modalità BYOD: il docente fa utilizzare GeoGebra per la simulazione di 1000 lanci. Dopo aver fatto giocare i ragazzi, il docente invita gli studenti ad argomentare sulle conclusioni a cui sono pervenuti.

USCITA DIDATTICA- ATTIVITA’ LABORATORIALE: MATEMATICA TRA LE STRADE DELLA CITTA’

Uscita didattica inusuale quella svolta dagli alunni della classe 1B del LS Diaz di Caserta sotto la guida dalla loro docente di Matematica Prof.ssa Paola Amato: una passeggiata tra le vie della Città per osservare con l’occhio del matematico la realtà che quotidianamente ci circonda: un edificio, una fontana, le colonne o le cancellate di una chiesa, una passerella per disabili, per scoprire la forte presenza la Matematica nascosta negli oggetti.